Film di animazione
Adottato dalla nonna Madame Souza, Champion è un ragazzino solitario.
Accortasi che il nipote è felice solo quando va in bicicletta, Madame Souza lo sottopone a un programma di allenamento molto rigoroso. Gli anni passano e Champion diventa degno del nome che porta: finalmente è pronto per partecipare alla gara ciclistica più famosa del mondo, il Tour de France.
Durante la gara, due misteriosi uomini neri rapiscono Champion. Madame Souza accompagnata dal fedele cane Bruno si mette sulle sue tracce, decisa a ritrovare l'adorato nipote.
La loro ricerca li porterà ad attraversare l'Oceano per raggiungere una gigantesca megalopoli, Belleville, dove incontreranno le famose "Les Triplettes de Belleville", tre eccentriche star del music-hall degli anni 30, che decidono di prendere sotto la loro ala protettrice Madame Souza e il fedele Bruno.
Grazie all'infallibile fiuto di Bruno, riescono a trovare una traccia di Champion: ma saranno in grado di mandare a monte i piani malefici della terribile Mafia francese?
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2003 e osannato dal pubblico alla sua proiezione al Festival d’animazione di Annecy 2003 (il più prestigioso d’Europa), Appuntamento a Belville sorprendentemente fruisce dell’uscita nelle sale cinematografiche anche in Italia, in real time, grazie a Mikado.
Primo lungometraggio scritto e diretto dal francese Sylvain Chomet, classe 1963 con alle spalle delle esperienze nel mondo del fumetto e un cortometraggio animato di grandissimo successo, "Les Triplettes de Belleville" colpisce subito lo spettatore per l’altissimo livello di qualità in tutti gli aspetti tecnici: design dei personaggi eccezionale, definito da figure umane esagerate, caricaturali, grottesche; caratterizzazioni dei protagonisti dettagliatissime, votate alla gestualità sacrificando spesso il parlato (palesando il cinema muto come modello, con tanto di espliciti omaggi); sfondi, ambientazioni, strutture architettoniche e colorazioni assolutamente in linea con la bellezza del character design; animazioni fluidissime in modo costante; uso delle tecniche di animazione 3D semplicemente perfetto, mai invadenti ma funzionali alla fruizione, gratificanti nelle scene spettacolari e integrate in modo totale con l’animazione tradizionale. Queste sono delle ottime motivazioni per giustificare il costo del biglietto del cinema, quindi andate a vederlo.
Purtroppo non bastano a definire un capolavoro. Infatti la visione non scorre liscia come l’olio, e se i primi venti minuti sono folgoranti, a lungo andare il motore del film sembra andare a singhiozzi, gli eventi che occorrono ai protagonisti si fanno poco coinvolgenti e la mancanza di dialoghi viene sovradosata, aggravandosi con delle gag che oltre a diminuire di numero, diventano sempre meno efficaci e sorprendenti.
Comunque è tanta l’invidia per la Francia, capace di partorire un prodotto cinematografico nel campo dell’animazione tecnicamente avanzato a livello mondiale e non targhettizzato ad un pubblico infantile.
Recensione per Radio Mach 5 a cura di
Alessio Bogani
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