Non avevo programmato la visione di questo concerto, e' capitato.
Nell'ultima serata del mese, come un'acquazzone che ti sorprende in mezzo alla strada camminando, mi sono imbattuto nell'esibizione milanese del cantautore rock per eccellenza! Cosi davanti all'ingresso del Rainbow, nell'attesa dell'apertura dei cancelli facevo mente locale sulle parole delle canzoni di Federicco Fiumani ha scritto, e che speravo di sentire.

Finalmente dentro, piuttosto freddo. Dopo un pò di tempo, il pubblico del locale comincia a farsi decisamente particolare. Una ben nutrita schiera di personaggi tardo-gotici, post-darkeggianti.
Del resto la serata, dopo il concerto, e' dedicata a loro.Tutto questo del resto no disturba i veri fans, che iniziano a chiamare a gran voce il beniamino, Eccolo! irrompe sul palco Federico Fiumani, unico titolare della sigla DIAFRAMMA.

Qualche capello grigio in più rispetto all'ultima volta che lo vidi, la solita faccia, quasi irriverente e l'amata chitarra al collo.

Con lui un'altra chitarra, basso e batteria.Si comincia con il repertorio tratto dall'ultimo album, I GIORNI DELL'IRA, resi davvero efficacemente.
Il pubblico comincia a scaldarsi, e si infiamma addirittura quando quando dal palco arrivano le note di brani di culto ( siberia, blu petrolio ecc ). Un concerto di DIAFRAMMA sorprende sempre perche' non si trova mai quello che ci si aspetta.

E' cosi che Fiumani ci regala due inediti di buona fattura.
Il primo LISA SAYS, e' la storia di un trans a cui piace farlo in 3.

Il protagonista del testo vuole solo non diventare ragazzo sandwich! Esilarante il secondo inedito 1986, e' autobiografico e aderente alla realtà dell'epoca.
Si prosegue poi con nuove e vecchie canzoni, la band e' moto affiatata, non delude affatto. Un cover aspra dei TELEVISION e una versione commovente di GENNAIO, urlata a squarciagola, per arrivare alla prassi dei BIS.
E' tutto. Inaspettato e travolgente come quel temporale che sorprende senza ombrello. Quelli sono i DIAFRAMMA, questo e' Federico Fiumani. Lunga vita a lui.

Recensione per Radio Mach 5 a cura di:
DJ GROUCHO