Projecto Heleda non è un gruppo tradizionalmente concepito ma una sorta di cooperativa che fa capo all’ideatore e autore del projecto: Francesco Bennardis.

Tutto ruota attorno all’idea di conferire al tango e alla musica bossa una forte contaminazione di altri generi musicali con l’obbiettivo di fondere in un unico linguaggio esperienze eterogenee. Nelle intenzioni di Projecto Heleda non esiste dunque un linguaggio musicale ideale ma una matrice di partenza che è la musica brasiliana e argentina riletta con stili ed influenze occidentali.

Il projecto nasce anche dal desiderio di inserire in un repertorio originale con forti influenze tango, stilemi e strutture di altre forme musicali come ad esempio il ricorso all’improvvisazione e l’uso del modo modale.

La concezione dei brani Projecto Heleda elabora una struttura “classica” al cui interno vengono a combinarsi differenti elementi, spesso tra loro contrapposti:campionatori, loops, chitarre rarefatte che si fondono alle improvvisazioni della fisarmonica, pianoforte che si alterna al piano Rhodes, ritmiche tango eseguite in contrapposizione con la batteria e con il campionatore, ostinati rimico-melodici che si susseguono su armonie ipnotiche.

Projecto Heleda è un sestetto romano di eterogenea formazione con alla base una comune condivisione per il linguaggio jazz.

La formazione composta da Francesco Bennardis (piano rhodes e sinths), Massimiliano Lazzaretti (fisarmonica), Luca Pietropaoli (tromba), Emanuele Bultrini (chitarre), Marco Polizzi (basso), Massimo Magnosi (batteria), ha conferito ai propri brani in stile tango-jazz una lettura orientata verso il funk newyorkese con elementi di musica elettronica senza per questo perdere l’obiettivo di produrre una nuova musica portena.

I brani fortemente influenzati dalla musica tango e bossa sono stati eseguiti tenendo conto che non esiste un unico linguaggio inteso come genere, ma bensì un punto di partenza comune dal quale si diramano innumerevoli percorsi segnati dalle esperienze di chi in quel momento partecipa all’atto creativo. Roma - New York - Baires non è un disco progettato a tavolino, ma è nato e si è rimodellato nel corso della sua stesura grazie al contributo caotico e creativo dei suoi componenti, sconvolgendo di volta in volta i pochi elementi che erano stati elaborati al fine di arrivare ad un lavoro che fosse comprensivo ed identificativo delle realtà musicali di ogni suo componente.

Il titolo del disco nasce dal percorso stilistico.

Roma è la città di partenza, New York è la contaminazione stilistica e Baires, il porto di Buenos Aires è il punto di arrivo.

Nel processo creativo è di estrema rilevanza il contributo offerto da Emanuele Bultrini e Luca Pietropaoli, componenti della formazione Fonderia (www.fonderia.biz).