Con History (C D corta durata che precede e annuncia il lavoro intero di prossima pubblicazione), Kaas al secolo Casimir Kouadio torna ad affacciarsi sulla scena discografica per continuare il discorso musicale iniziato diversi anni fa con il suo primo lavoro, intitolato Kind of Shifty, compiendo un percorso di crescita artistica iniziato quasi dieci anni fa e costellato di importanti collaboraziOni e di numerosi concerti tenuti in Italia e all'estero insieme ai "suoi" Warriors, un ensemble autenticamente multietnico che sa allargare i propri orizzonti musicali abbracciando ritmi, suoni e stili appartenenti a tradizioni diverse e lontane.

I Il punto di partenza rimane però la roots reggae music, che è, da sempre, la più grande passione dell'artista ivoriano, dotato di una grande presenza scenica (affinata anche attraverso la danza e il teatro), di uno straordinario talento vocale e della capacità di rielaborare e reinterpretare il reggae delle origini con originalità, ma senza tradirne lo spirito e senza cadere nei soliti luoghi comuni, facendo leva anzitutto sulla modernità di un suono che si lascia tentare da suggestioni elettroniche, dalla spinta del rock e da alcune morbidezze tipicamente pop.

Così, accompagnato (al basso e alle tastiere) e guidato nelle scelte artistiche da Fabrizio Federighi, uno degli ultimi "maghi della produzione" rimasti in Italia, Kaas che, oltre a cantare (in francese, inglese e abbey, la sua lingua natale), suona le chitarre e le tastiere dà vita ad un lavoro fresco e godibile, nel quale un inevitabile omaggio al repertorio di Marley ("Positive vibration") si integra perfettamente con i brani originali a partire dalla contagiosa title track d'apertura, presente anche in versione roots e unplugged.

Ma, attenzione: anche "Adventure" e "Jahgood", vere e proprie hit dall'alto potenziale radiofonico, sono una bella sorpresa. "L'estate sta finendo", cantava qualcuno. Un po' è vero, di questi tempi.

E allora, History è l'unico antidoto possibile. Servire caldo.