AQUEFRIGIDE
| ![]() Genere : Pop rock Titolo del CD : Un caso isolato Prodotto da : Subsoundrecords Mail : info@alkemist-fanatix.com Web : www.aquefrigide.it ![]() AQUEFRIGIDE è il controverso e alienante "Tragical Solid Theatre Noise Project", frutto del genio marcio di BRE BESKYT DYRENE , storico artista gravitante da anni attorno all'underground-romano. Ritmi distortissimi, atmosfere inquietanti, urla oscure e destabilizzanti, confluiscono in una serie di canzoni dallo stile originalissimo. I numerosissimi e scenografici live nei maggiori circuiti underground nazionali, lo pongono all' attenzione dei più importanti media mondiali grazie alla pubblicazione di "UN CASO ISOLATO". (N.C.D. 12 Marzo 2007)
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| ![]() Tutto in questa frase racchiude, se possibile, l'essenza di uno dei migliori progetti di Roma che mi sia mai capitato sotto le mani.Partiamo dai dettagli: questo lavoro "Un Caso Isolato", registrato e mixato negli studi della Subsound Records e masterizzato da Mika Jussila ai Finnvox Studios di Helsinki, è il risultato di un lavoro da One Man Band dove chitarra, batteria, basso e voce sono create dalla stessa persona: Simone. Un album di 15 tracce registrate alla luce tenue di candele in stile Industriai con un'appendice acustica che ricorda l'atmosfere dei primi Marlene Kuntz. I testi mai banali trasmettono una complessità di emozioni. Rabbia e delirio in tutte le loro sfumature in un crescendo lasciato alla rassegnazione del giorno che inizia dove non si ha perdere e la sola vog1ia è di rompere quelle catene.. quelle vene... Spiccano le prime tre canzoni che aprono questo album e parliamo di "Detesto", "Anima" e "Soffio Veleno". Testo e sonorità si uniscono perfettamente con la voglia di esprimere e urlare senza mezzi termini e moine, diretto al cuore, diretto alla mente come un'onda sonora dal quale urto è difficile riprendersi. L'album percorre l'analisi dei rapporti con se stesso in "Carne Cruda" con l'apertura "Mi Odio...". Si passa a "Paralisi Anemica" dove si esamina il rapporto con gli altri e "l'amore non c'è più", "al ricordo di quella vita che era nascosta in te", "Al ricordo dell'infanzia grigia alla città che opprime e alla voglia di scappare da questa merda". Piano piano i toni diventano più melanconici, la rabbia iniziale sembra acquietarsi con sentimento dolente fino all'appendice acustica di amara rassegnazione, di lacrime tenute nascoste dietro un falso e gelido "ok". Considerazione finale: un album da acquistare immediatamente, da ascoltare e ri-ascoltare e cercare di cogliere tutte quelle sfumature che al primo ascolto possono sfuggire. (Nota casa discografica)
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